Asterisco n° 4
Asterisco n.4
I preziosi straordinari giorni della prima infanzia
Il 20 novembre è il giorno dedicato all’affermazione in tutto il mondo dei Diritti dei bambini, in cui si ricorda la Convenzione omonima, la risoluzione 44/25 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 20 novembre 1989, entrata in vigore il 2 settembre 1990. L’Italia ha ratificato la Convenzione dell’ONU con un’apposita legge, la n. 176 del 27 maggio 1991: Ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989, pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’11 giugno 1991, n. 135, S.O.
Chissà, però, se il mondo si rende davvero conto di cosa stiamo parlando e a chi ci stiamo rivolgendo. A chi, a cosa ci stiamo riferendo? Semplicemente al futuro. Al nostro futuro. Al futuro del mondo e della specie umana, verso la quale abbiamo lo speciale obbligo, che non ammette deroghe, di preservarla, di difenderla, di proteggerla, pena la fine di tutto. La scomparsa dell’uomo, di ogni voce, di ogni atto, di ogni mente, di ogni pensiero. Non resterebbe più nulla. Ma ne siamo davvero consapevoli? Probabilmente no: lo testimoniano soprattutto le guerre di questi anni, mesi e giorni, guerre in cui tante vittime e tantissimi orfani sono bambini!
Eppure i diritti dei bambini sarebbero i nostri obblighi di adulti. Le nostre priorità. Norme, raccomandazioni e leggi nazionali li sanciscono (come abbiamo or ora ricordato) e dovrebbero tutelarli. In realtà non è questo che avviene ed i diritti sono il più delle volte elusi, ignorati, calpestati, annacquati. Il più delle volte ignorati. Raramente solo tollerati.
Ai bambini non va tolto ciò che spetta loro: il tempo del movimento; quel tempo della giornata che il bambino – se davvero libero, in ogni parte del mondo, ieri oppure oggi e, con certezza, anche domani – dedicherebbe al gioco motorio. Due aspetti, il movimento ed il gioco, senza i quali non può trovare spazio, non avrebbe modo di esprimersi la vita stessa del bambino. Senza movimento e senza gioco libero e spontaneo non cresce il bambino, si sviluppa un vivente incompleto che sarà un adulto incompleto, un cittadino incompleto, un essere non socievole, un individuo non maturo, una persona non veramente persona. Non sana, assai spesso malata di “non movimento”.
Bambini che giocano, nei primi 1000 giorni di vita, stanno imparando la vita, la stanno sperimentando, stanno creando – da soli – le basi della convivenza pacifica e del vero progresso dell’umanità. Lo coglie davvero la politica? Lo colgono davvero le agenzie formative? Lo colgono davvero i genitori? Lo coglie davvero la scuola? Forse no, anzi certamente no. Perciò stiamo in guerra, un po’ dovunque.
Ed il benessere complessivo delle persone a tutte le età? E la felicità? Non abbiate dubbi: benessere e felicità sono lì, sono racchiusi e garantiti nel movimento che si fa gioco!
Ecco! Chi si occupa dei primi mille giorni di vita di un bambino, quelli cioè decisivi per lo sviluppo del cervello, al punto che la gran parte del suo divenire si è già realizzata quando egli/ella comincia ad andare a scuola? Non dovremmo sostenere questo sviluppo, assecondarlo, supportarlo dall’inizio della vita? Anche perchè ci sarebbero le maniere di farlo, ci sarebbero i mezzi idonei. Altrochè! Ne parleremo, certo, assai presto.