Sviluppo multilaterale contro specializzazione

Di Tudor O. Bompa, Carlo A. Buzzichelli

Dalla nascita dell’allenamento sportivo più di 3.000 anni fa (vedi L’Eneide, scritta dal poeta romano Virgilio nel secondo decennio a.C.), atleti e allenatori hanno stabilito e seguito principi, che si sono evoluti nel corso degli anni come risultato della ricerca nelle scienze biologiche, pedagogiche e psicologiche e sono alla base della teoria e della metodologia dell’allenamento, il cui obiettivo principale, è l’aumento delle abilità sportive dell’atleta e, in definitiva, del suo livello prestazionale.
Tali principi sono parti di un complesso più ampio e non dovrebbero essere visti come unità isolate, anche se spesso vengono esaminati separatamente per comprendere meglio i concetti di base. Un loro uso corretto si tradurrà in programmi migliori e atleti ben allenati.

Lo sviluppo generale degli atleti implica un equilibrio tra sviluppo multilaterale e allenamento specializzato. In generale, all’inizio ci si dovrebbe concentrare sullo sviluppo multilaterale, che mira allo sviluppo fisico generale degli atleti. Man mano che questo progredisce, la porzione di lavoro specializzato, che si concentra principalmente sulle abilità sport-specifiche, aumenta costantemente.
Per ottenere uno sviluppo efficace, l’allenatore deve comprendere l’importanza di ciascuna di queste due fasi e di come il focus del lavoro cambi lungo il percorso.

Il supporto per il concetto di sviluppo multilaterale si trova in molte aree dell’educazione e delle imprese umane. Nello sport lo sviluppo multilaterale, o sviluppo fisico generale, è una necessità.
L’uso di un piano di sviluppo multilaterale è estremamente importante durante le prime fasi dello sviluppo di un atleta, i suoi anni formativi, in quanto pone le basi per le fasi successive, quando la specializzazione diventa un punto focale maggiore del piano di allenamento. Se attuata correttamente, la fase di allenamento multilaterale consentirà all’atleta di sviluppare le basi fisiologiche e psicologiche necessarie per massimizzare le prestazioni più avanti nella sua carriera.

La tentazione di iniziare un allenamento specializzato troppo presto può essere molto grande, specialmente quando il giovane atleta dimostra un rapido sviluppo in un’attività sportiva. In tali casi è fondamentale che l’istruttore, l’allenatore o il genitore resistano a questa tentazione; è stato ben documentato che è necessaria un’ampia base multilaterale di sviluppo fisico per il successivo allenamento più specializzato.
Riassumendo, una corretta ed efficace sequenza  di lavoro prevede la costruzione di una solida base di allenamento multilaterale, all’inizio dello sviluppo dell’atleta, che gli consentirà di raggiungere livelli molto più elevati di preparazione fisica e padronanza tecnica e, in ultima analisi, livelli più elevati di prestazione.

Confronto tra specializzazione precoce e sviluppo multilaterale

Specializzazione precoce
• Miglioramento rapido delle prestazioni
• Le migliori prestazioni vengono ottenute a 15-16 anni per via del rapido adattamento
• Performance incoerente in competizione
• Alta incidenza di burnout e cessazione della pratica sportiva prima dei 18 anni
• Aumento del rischio di lesioni a causa dell’adattamento forzato e della mancanza di
sviluppo fisiologico

Sviluppo multilaterale
• Miglioramento delle prestazioni più lento
• Le migliori prestazioni si ottengono a 18 anni o più quando l’atleta ha raggiunto una maturazione fisiologica e psicologica
• Performance costante e progressiva in competizione
• Carriera atletica più lunga
• Minori lesioni a causa di schemi di carico più progressivi e sviluppo fisiologico generale

Per saperne di più: Periodizzazione. Teoria e metodologia dell’allenamento, Tudor O. Bompa, Carlo A. Buzzichelli. Perugia: Calzetti e Mariucci, 2022.