Mountain bike: quando il fondo è bagnato e scivoloso


Quando c’è un problema di comunicazione fra ruote e suolo, gli effetti negativi si ripercuotono anche sul resto. Ecco allora qualche consiglio utile in proposito.

Restare morbidi e pronti per un po’ di divertimento. Peat suggerisce che pensare cose del tipo “questo è fango, sicuramente si scivola” rende più preparati ad affrontare la difficoltà nel momento effettivo in cui si verifica. Pensare che non ci sarà alcun problema non sarebbe realistico.

Procedere in linea retta il più possibile. Laddove vi siano delle radici, non si possono pennellare le curve, che invece andranno tagliate trasversalmente dove il terreno è in condizioni accettabili per poi sfrecciare dritti attraverso le sezioni più facili. Finché si procede in linea retta non sarà necessario avanzare a una velocità inferiore al normale.

Nessuna mossa improvvisa. Serve tempo per comprendere le reazioni dello pneumatico e di tutta la bici rispetto al terreno.

Produrre trazione. Minore è la trazione ottenibile dal suolo più ne dovrà creare il biker. Si deve imparare molto bene a caricare le ruote (e a moltiplicare la trazione) in frenata e in curva. Si consiglia di farlo sempre, anche quando la trazione non manca affatto, in modo tale da acquisire un’abitudine che tornerà a proprio vantaggio in caso di necessità.

Affrontare ostacoli scivolosi. Urtare una radice scivolosa per il fango con un certo angolo di incidenza può creare problemi. Meglio ancora, comunque, sarebbe non urtare alcunché, ricorrendo preferibilmente al pumping, agli hop o ai salti.

Quando si incontrano ostacoli,sprofondati nel terreno, come la radici di un albero, delle radici disposte ad una certa angolazione si deve tirare in alto la ruota anteriore e alleggerire il più possibile quella posteriore forzando sui pedali e spingendo nel contempo il manubrio in avanti. È una manovra simile a un bunny hop ma senza un effettivo distacco dal suolo; si tratta, piuttosto, di un semplice alleggerimento.

In scalata su una pendenza. Star seduti in sella in modo da far gravare quanto più possibile il peso sulla ruota posteriore. Non appena ci si alza in piedi, d’altronde, si perdono trazione e quantità di moto ed è quasi impossibile riprendere la scalata su una salita fangosa. Scegliere un rapporto più lungo del normale per smorzare l’impulso della pedalata, impedendo così lo slittamento della ruota.

Scegliere i punti di pedalata. Poiché non si troverà mai alcuna trazione su una superficie ricoperta di radici scivolose, sarà necessario accelerare nei punti dove c’è trazione per poi mantenere quella velocità attraversando le radici.

La neve può essere amica o nemica. Secondo Peat, quando lo strato superiore del suolo è congelato, si ottiene un livello accettabile di trazione e le ruote possono procedere in velocità. Quando, invece, la neve è morbida, è facile affondare e impantanarsi. Il ghiaccio non è mai un elemento positivo, a meno di non utilizzare pneumatici dotati di chiodi metallici.

Scegliere gli pneumatici adatti. Per poter percorrere un fondo scivoloso, la gomma delle ruote deve aderire al suolo e i tasselli devono essere appuntiti. Gli pneumatici chiodati sono indicati in caso di neve o di grandi quantità di fango.

Il consiglio di Steve Peat. Se il tracciato è sdrucciolevole e la ruota posteriore inizia a scivolare verso l’esterno, è sufficiente inclinarsi in avanti per creare aderenza con la ruota anteriore, affinché anche il retro della bici torni ad allinearsi. Per quanto ciò possa sembrare un controsenso, un campione del calibro di Peat non può che parlare con assoluta cognizione di causa.

Come affrontare un terreno melmoso
Oltre a coltivare in sé l’entusiasmo per la sensazione che provoca l’affrontare un terreno di questo tipo, si può ricorrere ad alcuni espedienti che aiutano a migliorare il controllo nella guida e a sentirsi più a proprio agio:
  • Avvolgere una sottile corda a nodi intorno alle manopole, semmai del fango dovesse schizzare sui guanti.
  • Se la pioggia raggiunge l’interno degli occhialini o degli occhiali, allungare la visiera attaccandovi all’estremità una lente trasparente.
  • Se l’acqua che schizza dalla ruota arriva a colpire il viso, applicare una linguetta di gomma alla parte anteriore del parafango.

A lezione da Brian

In condizioni di umidità un trail può subire drastici cambiamenti. In realtà alcuni tipi di terra risultano più gestibili se umidi, ma quando a bagnarsi sono elementi come radici e rocce si tende a perdere completamente la trazione. Pneumatici larghi, tasselli molto distanziati, mescole di gomma morbida e una minore pressione d’aria possono fare qui un’enorme differenza.

Una volta messi a punto gli pneumatici, ci si focalizzi sulla traiettoria scelta e sui punti di frenata. Su rocce e radici è necessario scaricare il peso; cercare di arrivare alle radici con un angolo di 90° o, meglio ancora, di rimanere sul terreno dove c’è un po’ di aderenza.

E infine: la frenata. Se si frena su radici e rocce bagnate probabilmente le ruote tenderanno ad andare fuori controllo: a questo punto lasciar perdere i freni e permettere alla bici di proseguire nella sua corsa. E se proprio è necessario frenare su una superfi cie scivolosa, sarà il caso di farlo con moderazione.

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